29 Mag Lo stato del PPC in Italia 2020
Ecco i risultati del sondaggio online che ha raccolto oltre 400 risposte tra i professionisti del Pay Per Click italiani dal 17/3/20 al 25/5/20 con un breve commento e una infografica finale (liberamente utilizzabile linkando questo sito come fonte dei dati).
Il primo dato evidente è che Google Ads e Facebook Ads sono ancora quasi monopolisti tra le piattaforme più usate dai professionisti PPC italiani. Interessante però la presenza di quasi il 10% di specialisti che usano anche Microsoft Advertising e, poco sotto Linkedin Ads. Amazon è la quarta forza e le altre piattaforme vengono citate 2 volte ciascuna Criteo e Google Marketing 360 e 1 volta Adroll, Adform e Yandex Direct.
Ben oltre la metà degli intervistati (65,4%) dichiara di avere 3 o più anni di esperienza, confermando la mia impressione che nel nostro Paese ci sono ormai da tempo professionisti con un buon livello di esperienza.
Quasi la metà degli specialisti PPC italiani sono dipendenti di agenzie specializzate (anche questo segno di maturità del sistema), anche se la dimensione media delle aziende rimane ancora piccola (oltre il 56% degli intervistati opera in realtà con meno di 10 collaboratori) e geograficamente collocata al Nord (il 60% delle volte), per metà in grandi città oltre i 200.000 abitanti e per la restante metà in piccoli centri.
Non sorprende vedere che le campagne di ricerca sono il tipo di advertising più frequente , (oltre il 25% dichiara di usarle abitualmente), ma è interessante vedere come anche la rete display stia crescendo (18%), a testimonianza della crescente maturità dei nostri operatori. Non mi aspettavo invece la poca diffusione delle campagne video (7,4%).
Nel 75% circa dei casi i clienti sono però diffusi in tutta Italia (52,2%) o all’estero (22,5%).
Lo specialista di paid advertising italiano è uomo (nel 75% dei casi) ed ha circa 35 anni, con pochissimi giovani sotto i 25 anni e qualche “venerando maestro” sopra i 50.
Le certificazioni professionali più in voga (manco a dirlo) sono quelle di Google Ads, seguono quelle di Analytics, Microsoft e Facebook Blueprint, con qualche raro specialista Yandex (meno dell’1%) e un solo Amazon advertiser certificato.
Il reddito medio è ancora sensibilmente inferiore a quello dei nostri colleghi statunitensi e nord europei (che si aggira intorno ai 60-100k/anno) e si attesta nella stragrande maggioranza dei casi (60%) tra i 20k e i 60k di euro annui, con un numero piuttosto alto di casi sotto i 20K/anno (22,5%). C’è anche però un 6% di Paperon De Paperoni oltre i 200k di euro annui (complimenti vivissimi).
Il settore si conferma in grande espansione, visto che praticamente tutti dichiarano di aver avuto incrementi anche molto importanti di reddito/fatturato nel 2019 rispetto al 2018.
Alla domanda sulle piattaforme con le migliori prospettive di crescita poco più del 20% ha identificato Google Ads, il 19% Facebook Ads e Amazon Ads, il 15% Linkedin Ads, mentre il resto si è diviso su Microsoft (3%), Programmatic RTB (5%), Pinterest (4%) e un 12% circa dice di voler investire su campagne video in futuro. Alcuni citano anche TikTok. I motivi di queste scelte sono legati prevalentemente ad una copertura di mercato ritenuta in crescita, al raggiungimento della massa critica di inserzionisti e alle innovazioni di prodotto.
L’aggiornamento sulle novità di settore avviene prevalentemente attraverso blog tematici , tra cui sono stati citati: ADworld Experience, Adweek, Ad Espresso, Clix Marketing, Veronica Gentili, GiorgioTave, Hubspot, Jon Loomer, Enrico Marchetto, Martech, Newsfeed, Ninjamarketing, Neil Patel, PPCHero, Savvyrevenue, Search Engine Journal, Search Engine Land, Searchon, Sem Rush, Studio Samo, Techcrunch, Verge, Michael Vittori, Wired, Wordstream, Wishpond e Matteo Zambon.
Moltissimi seguono eventi e webinar di settore e alcuni segnalano gruppi specializzati su Facebook e Linkedin, tra cui ADworld Experience, Facebook Advanced, Fatti di Google Ads e Google Advanced, oppure seguono profili di professionisti del settore.
Molti segnalano infine i libri, il confronto con i colleghi (immagino su forum e social), i video su You Tube, le newsletter e i siti delle piattaforme stesse.
Infine, come strumenti di ottimizzazione gli specialisti PPC italiani prediligono SEM Rush, Optmyizr, Google Optimize e pochi altri in ordine sparso.
Ecco tutti i dati principali riepilogati in una infografica. Formato PDF: stato-PPC-Italia-2020.pdf
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